I piani americani per riconquistare Mosul

Mosul Il Pentagono avrebbe un piano per riconquistare Mosul, la principale roccaforte dell’Isis in Iraq. L’indiscrezione, ammesso che di indiscrezione di tratti, viene da una rivista militare (Military Times), poi ripresa da molti organi di stampa. L’offensiva dovrebbe scattare fra aprile e maggio e vedrebbe in campo cinque brigate delle forze di sicurezza irachene, tre brigate dei peshmerga curdi, tre brigate di rinforzo e un contingente di forze tribali della regione. Dichiarare apertamente i propri piani non ha molto senso per cui è stata fatta l’ipotesi che si tratti di un’operazione tipica della guerra psicologica (sempre che non si tratti di un incidente di percorso). Da qualche settimana circolano indiscrezioni secondo cui le forze dell’Isis non sarebbero più in grado di continuare la loro fase di espansione in Iraq e le cose non andrebbero meglio in Siria dove c’è un’alleanza di fatto fra il regime di Damasco e la coalizione internazionale. Ma riconquistare Mosul comporta una sanguinosa battaglia urbana che richiede truppe specializzate, intelligence e un efficientissimo coordinamento delle forze sul terreno che al momento non si vede. Continua a leggere

Ha senso trattare per gli ostaggi in mano all’Isis?

Kasasbeh Nonostante i frenetici giorni di trattativa con il governo giordano la sorte del pilota Moaz al-Kasasbeh era probabilmente già segnata. La sua è stata una esecuzione orribile e fra le peggiori che si ricordi dalla fondazione del Califfato Islamico. Non si sono salvati neanche i due ostaggi giapponesi per i quali era stato richiesto un ingente riscatto. L’Isis sembra più interessata a determinare shock violenti che a trattare, ma militarmente la sua offensiva sembra aver raggiunto, almeno in Iraq, una fase di stallo. L’orrenda esecuzione di Moaz al-Kasasbeh era destinata a creare problemi alla monarchia giordana, in altri termini ad indebolire la componente araba della coalizione internazionale che combatte l’Isis? Continua a leggere