Richard Feynman nel privato

feynman1 Fra tutti i grandi nomi della fisica del XX secolo quello di Richard Feynman è nella percezione popolare un gradino al di sopra di tutti i colleghi della sua generazione. Brillante, acuto, eccellente oratore, si descriveva come “fisico premio Nobel, insegnante, cantastorie e suonatore di bongo”. Alle tante biografie, scientifiche e non, che gli sono state dedicate si aggiungono alcuni suoi libri che ne disegnano un profilo scherzoso e divertente. E’ probabile che le sue umanissime qualità abbiano contribuito enormemente alla popolarità di cui ha goduto, e gode tuttora, fra la gente comune.

Le sue soluzioni ad alcuni problemi della fisica sono di enorme valore – Freeman Dyson, e con lui molti altri, lo ha definito come “la mente più brillante della sua generazione – ma resta sempre il fatto che si considerava un “ragazzo un po’ rozzo” del Queens (quartiere newyorchese in cui era nato), che aveva avuto una C in lingua e letteratura inglese quando andava a scuola. Cosa di cui si è lamentato per tutta la vita. Citare questo episodio forse è stato solo un vezzo, ma a modo suo lo rappresenta egregiamente se si resta al lato umano del personaggio. La figlia Michelle ha dedicato parte della sua vita a raccogliere e catalogare testimonianze scritte e trascrizioni di conferenze, per cui oggi si può dire che di Feynman conosciamo ogni parola, ogni lato della sua personalità anche privata. “The Quotable Feynman” è una raccolta ragionata di lettere private, di spezzoni dei suoi interventi pubblici, divisa in 27 capitoli: vanno dalla sua prima infanzia – “non sono mai riuscito ad applicarmi quanto volevo, perché mia madre mi portava sempre fuori a giocare”, dice riferendosi a quel periodo – sino alle commemorazioni dopo la sua morte nel febbraio dell’88. Usava grande ironia anche per riferirsi al lavoro che aveva fatto: “Non c’è talento, nessuna abilità speciale per capire la meccanica quantistica o per immaginare i campi elettromagnetici che arrivi senza esercizio, letture e studio. Sono nato che non capivo la meccanica quantistica e ancora oggi non la capisco” dice suscitando ilarità in una serie televisiva della BBC. Pur essendo un personaggio di enorme levatura nella fisica del suo periodo ne sdrammatizzava il senso dicendo: “Anche se siete fra gli ultimi della classe questo non significa che non avete qualità. Dovete semplicemente paragonarvi a un ragionevole gruppo di persone, piuttosto che a questa insana collezione di gente che abbiamo raccolto qui al CalTech”. Insomma umano, umanissimo e qualche volta inarrivabile. Un’icona del suo tempo.
The Quotable Feynman, a cura di Michelle Feynman, con una prefazione di Brian Cox e Yo-Yo Ma. Princeton University Press, pp.432, $24,95
Pubblicato sul Domenicale del Sole 24 Ore il 3 gennaio 2016

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