Clima: i veri conti degli accordi di Parigi

United Nations summit and paris I grandi della terra hanno lasciato Parigi ed ora il compito di siglare un accordo sul clima è lasciato agli “sherpa”, ovvero le delegazioni tecniche delle rispettive nazioni che partecipano alla Conferenza. Si arriverà al risultato? Sembrerebbe di sì, visto che i piani nazionali di riduzione dei gas serra sono stati già inviati all’agenzia dell’Onu per i cambiamenti climatici. Il problema è stabilire a “quale” risultato ci si riferisce. Ci si può accontentare di un accordo politico – di qualsiasi genere esso sia – oppure si guarda all’efficacia degli impegni sottoscritti e dei risultati che promettono in termini di riduzione dei gas serra? E’ molto più probabile la prima ipotesi piuttosto che la seconda. Continua a leggere

Clima: il rebus di Parigi

Paris-summit-2 Non è la prima volta che una Conferenza delle parti viene annunciata con un eclatante accordo sul clima e sulla riduzione delle emissioni di gas serra. E’ già accaduto in passato senza che questi meeting abbiano raggiunto un risultato. Accadrà anche stavolta? E’ abbastanza probabile, anche se c’è sempre la speranza di essere smentiti. Il problema delle emissioni è serio, ma l’economia e la politica sembrano avere altre priorità. Molti paesi annunceranno programmi di riduzione, ma i modelli sono implacabili e per contenere il riscaldamento planetario entro i 2° centigradi sarà necessaria una rivoluzione che per il momento non si vede all’orizzonte. Qualcosa si farà, ma un vero accordo comporta degli impegni vincolanti, il tallone d’Achille del Protocollo di Kyoto che infatti pochi paesi hanno ratificato. Continua a leggere

Rap, droga e Jihad

banlieue-noisey Rap, droga e Jihad non sembrerebbero avere nulla in comune, anzi a Raqqa (sede del Califfato) le droghe sono tassativamente proibite, si bruciano in piazza montagne di sigarette e di libri, le cassette audio di musica occidentale vengono distrutte. Eppure i tre termini compaiono nelle storie personali degli attentatori di Parigi di cui abbiamo lungamente letto sui giornali di tutto il mondo. A mettere in un quadro coerente questi strani mujaheddin – così lontani dal purismo salafita – c’è l’antropologia. Nella cronaca delle ultime settimane i problemi rappresentati dalle banlieuses parigine sono un po’ passati in secondo piano, ma è proprio lì che si trova la risposta a questa strana commistione di modernità urbana e di radicalismo integralista. E forse il tutto spiega perché la Francia ha subìto così tanti attentati negli ultimi venti anni. Continua a leggere